Mancano meno di 24 ore al Java Day Romano...
ottimo panel, ottimi interventi... siamo in overbooking già da parecchi giorni
Ci sarà da divertirsi!!!
A domani
R
venerdì 29 gennaio 2010
venerdì 22 gennaio 2010
Quantità non è sinonimo di qualità, La Cina ed Internet
Risposta del Governo Cinese al discorso della Clinton.
A quanto pare i vertici di Pechino non hanno apprezzato le parole del Segretario di Stato USA, che soltanto ieri aveva commentato i fatti degli ultimi giorni, con particolare riferimento agli attacchi subiti da parte del servizio di posta di Google, dichiarando che "I Paesi che limitano il libero accesso alle informazioni o violano i diritti basilari degli utenti di Internet rischiano di tagliarsi fuori dal progresso del secolo".
Pronta risposta di Pechino, secondo cui la Cina non viola alcun diritto come dimostrano i numeri:
384 milioni di utenti, 3,68 milioni di website, 180 milioni di blog.
alcune osservazioni:
innanzitutto, a quanto ammonta la popolazone totale cinese? 1 miliardo? le cifre di cui parlano non sembrano così eclatanti...
la distribuzione di questi dati?
MA SOPRATTUTTO: A COSA E A QUALI SERVIZI POSSONO ACCEDERE QUESTI UTENTI?
A cosa serve un accesso controllato, filtrato e censurato? Internet, la rete sono strumenti attraverso i quali trasmettere informazioni e conoscenza; la vera forza sta nello sfruttamento e la seleione delle informazioni che viaggiano nel web. La selezione spetta però al singolo utente e non ad un organo predisposto a ciò.
Non vorrei sembrare banale... ma purtroppo i fatti (ed il loro commentarli) mi spingono ad esserlo.
Le potenzialità della rete sono illimitate, come daltronde i molteplici utilizzi che se ne possono fare: c'è chi studia, sviluppa conoscenza, scambia informazioni, raccoglie fondi e racconta storie... come c'è chi vende armi, droga ed illegalità... non per questo la rete va censurata.
Quello che serve è sempre di più un qualcosa dove la cooperazione internazionale è elemento di cruciale importanza.
Su una cosa possiamo stare tranquilli: la differnza di interessi in questo caso è talmente ampia che, a differenza di quanto accaduto per l'ambiente, non rischiamo di veder neascere un G2 USA-Cina.
A quanto pare i vertici di Pechino non hanno apprezzato le parole del Segretario di Stato USA, che soltanto ieri aveva commentato i fatti degli ultimi giorni, con particolare riferimento agli attacchi subiti da parte del servizio di posta di Google, dichiarando che "I Paesi che limitano il libero accesso alle informazioni o violano i diritti basilari degli utenti di Internet rischiano di tagliarsi fuori dal progresso del secolo".
Pronta risposta di Pechino, secondo cui la Cina non viola alcun diritto come dimostrano i numeri:
384 milioni di utenti, 3,68 milioni di website, 180 milioni di blog.
alcune osservazioni:
innanzitutto, a quanto ammonta la popolazone totale cinese? 1 miliardo? le cifre di cui parlano non sembrano così eclatanti...
la distribuzione di questi dati?
MA SOPRATTUTTO: A COSA E A QUALI SERVIZI POSSONO ACCEDERE QUESTI UTENTI?
A cosa serve un accesso controllato, filtrato e censurato? Internet, la rete sono strumenti attraverso i quali trasmettere informazioni e conoscenza; la vera forza sta nello sfruttamento e la seleione delle informazioni che viaggiano nel web. La selezione spetta però al singolo utente e non ad un organo predisposto a ciò.
Non vorrei sembrare banale... ma purtroppo i fatti (ed il loro commentarli) mi spingono ad esserlo.
Le potenzialità della rete sono illimitate, come daltronde i molteplici utilizzi che se ne possono fare: c'è chi studia, sviluppa conoscenza, scambia informazioni, raccoglie fondi e racconta storie... come c'è chi vende armi, droga ed illegalità... non per questo la rete va censurata.
Quello che serve è sempre di più un qualcosa dove la cooperazione internazionale è elemento di cruciale importanza.
Su una cosa possiamo stare tranquilli: la differnza di interessi in questo caso è talmente ampia che, a differenza di quanto accaduto per l'ambiente, non rischiamo di veder neascere un G2 USA-Cina.
giovedì 14 gennaio 2010
Strani messaggi dal passato
"I videogiochi non influenzano i bambini. Voglio dire, se Pac-Man avesse influenzato la nostra generazione, staremmo tutti saltando in sale scure, masticando pillole magiche e ascoltando musica elettronica ripetitiva. " Kristian Wilson, Nintendo Inc. 1989
Come cambia la Privacy
Sembra sempre più urgente ridefinire il concetto di Privacy. Ma come?
Le tecnologie, le nuove esigenze sociali e politiche ci costringeranno a breve, forse nell'immediato, a rivedere e correggere il concetto di privacy e quelle che sono le sue molteplici applicazioni e interpretazioni.
La spinta parte da due fronti principalmente. Da una parte il dilagare dei social network, sui quali siamo noi stessi a riempire le pagine con foto, commenti, status updates e quant'altro riguarda sempre di più la nostra sfera personale.
Secondo il fondatore e CEO di Facebook «Ormai gli utenti condividono senza problemi le informazioni personali online. Le norme sociali cambiano nel tempo. E così è anche per la privacy». Ha senso dire che la riservatezza non esiste più? In parte sì, nel momento in cui nella maggior parte dei casi siamo noi stessi a divulgare informazioni "sensibili".
La polemica nasce in seguito agli ultimi cambiamenti nelle impostazioni di privacy che il maggior socail network del mondo ha da poco comunicato ai suoi utenti.
La consapevolezza delle proprie azioni, secondo Zuckemberg, sarebbe sufficiente a far crollare il diritto alla riservatezza che invece tutti reclamano.
Che senso ha "postare" informazioni che nessuno può leggere?
L'altro aspetto che in questi giorni fa iscutere a proposito delle regole di privacy riguarda la c.d. sicurezza internazionale. Mi riferisco a tutte queste nuove tecniche di controllo, di cui i body scaner negli aereoporti sono l'ultima invenzione, rivolte ad aumentare la tutela di tutti noi nei confronti del terrorismo internazionale. Parecchie anche in questo caso le polemiche.
A differenza dei social network, in questo caso, non ci sono azioni 2.0 da parte degli utenti, ma una imposizione dall'alto sul nostro modo di agire.
Come comportarsi in questo caso? Onestamente non mi sento di recriminare del tutto questo tipo di azioni volte a tutelare la sicurezza nazionale. Qual'è il limite possibile di tali azioni? Personalmente non lo so...
Una cosa è certa: ci troviamo sicuramente in un periodo storico che promette importanti cambiamenti in quelli che sono i nostri attuali stili di vita...
Le tecnologie, le nuove esigenze sociali e politiche ci costringeranno a breve, forse nell'immediato, a rivedere e correggere il concetto di privacy e quelle che sono le sue molteplici applicazioni e interpretazioni.
La spinta parte da due fronti principalmente. Da una parte il dilagare dei social network, sui quali siamo noi stessi a riempire le pagine con foto, commenti, status updates e quant'altro riguarda sempre di più la nostra sfera personale.
Secondo il fondatore e CEO di Facebook «Ormai gli utenti condividono senza problemi le informazioni personali online. Le norme sociali cambiano nel tempo. E così è anche per la privacy». Ha senso dire che la riservatezza non esiste più? In parte sì, nel momento in cui nella maggior parte dei casi siamo noi stessi a divulgare informazioni "sensibili".
La polemica nasce in seguito agli ultimi cambiamenti nelle impostazioni di privacy che il maggior socail network del mondo ha da poco comunicato ai suoi utenti.
La consapevolezza delle proprie azioni, secondo Zuckemberg, sarebbe sufficiente a far crollare il diritto alla riservatezza che invece tutti reclamano.
Che senso ha "postare" informazioni che nessuno può leggere?
L'altro aspetto che in questi giorni fa iscutere a proposito delle regole di privacy riguarda la c.d. sicurezza internazionale. Mi riferisco a tutte queste nuove tecniche di controllo, di cui i body scaner negli aereoporti sono l'ultima invenzione, rivolte ad aumentare la tutela di tutti noi nei confronti del terrorismo internazionale. Parecchie anche in questo caso le polemiche.
A differenza dei social network, in questo caso, non ci sono azioni 2.0 da parte degli utenti, ma una imposizione dall'alto sul nostro modo di agire.
Come comportarsi in questo caso? Onestamente non mi sento di recriminare del tutto questo tipo di azioni volte a tutelare la sicurezza nazionale. Qual'è il limite possibile di tali azioni? Personalmente non lo so...
Una cosa è certa: ci troviamo sicuramente in un periodo storico che promette importanti cambiamenti in quelli che sono i nostri attuali stili di vita...
Per maggiori info
corriere.it
lunedì 11 gennaio 2010
domenica 10 gennaio 2010
Modern Life Style
http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/esteri/201001articoli/51113girata.asp
http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/europe/article6982379.ece
http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/europe/article6982379.ece
Forse questa volta gli italiani si arrabieranno...
Ci siamo, forse è la volta buona che qualche italiano si arrabbia...
alla fine la bolla esloderà anche in Italia... forse sarà la famoa goccia che fa trabbocare il vaso...
A nulla sono serviti scandali di vario tipo, abusi politici, crisi finanziarie...
Gli Italiani sono un popolo che non si incazza... ma forse ci siamo...
Previsto per il 10 e 11 gennaio uno sciopero dei dipendenti mediaset per "protestare contro la decisione dell'azienda di chiudere a partire dall'1 febbraio i settori Sartoria, Trucco e Acconciatura, 'esternalizzando' i relativi servizi a Pragna service" (Repubblica.it).
Secondo Repubblica "L'annuncio è stato accolto con grande preoccupazione dall'azienda, che vede a rischio le trasmissioni legate al campionato di calcio di serie A la domenica, e il giorno successivo la diretta del Grande Fratello".
Riusciranno gli italiani a stare senza campionato e senza Grande Fratello?
forse sarà la volta buona... qualcuno che si incazza e dice basta... speriamo in un risveglio sociale nel nome di calci di rigore negati e confessionali violati!!!
alla fine la bolla esloderà anche in Italia... forse sarà la famoa goccia che fa trabbocare il vaso...
A nulla sono serviti scandali di vario tipo, abusi politici, crisi finanziarie...
Gli Italiani sono un popolo che non si incazza... ma forse ci siamo...
Previsto per il 10 e 11 gennaio uno sciopero dei dipendenti mediaset per "protestare contro la decisione dell'azienda di chiudere a partire dall'1 febbraio i settori Sartoria, Trucco e Acconciatura, 'esternalizzando' i relativi servizi a Pragna service" (Repubblica.it).
Secondo Repubblica "L'annuncio è stato accolto con grande preoccupazione dall'azienda, che vede a rischio le trasmissioni legate al campionato di calcio di serie A la domenica, e il giorno successivo la diretta del Grande Fratello".
Riusciranno gli italiani a stare senza campionato e senza Grande Fratello?
forse sarà la volta buona... qualcuno che si incazza e dice basta... speriamo in un risveglio sociale nel nome di calci di rigore negati e confessionali violati!!!
sabato 9 gennaio 2010
Concorso Java Day 2010
l JavaDay in collaborazione con la Consulta di Ingegneria Informatica dell’Università Roma Tre e IBM ha organizzato un concorso per assegnare 6 premi di laurea di 1000 euro l'uno (3 tesi magistrali e 3 tesi triennali)
Qui tutti i dettagli http://roma.javaday.it/javaday2010/bando-tesi-universitarie
Il concorso è rivolto a chi si è laureato in ingegneria informatica (o classe equivalente) in qualsiasi università italiana tra il 1° settembre 2008 e oggi
Scadenza 20 gennaio
Conosci qualcuno che può essere interessato?
Puoi spargere la voce il più possibile?
Qui tutti i dettagli http://roma.javaday.it/javaday2010/bando-tesi-universitarie
Il concorso è rivolto a chi si è laureato in ingegneria informatica (o classe equivalente) in qualsiasi università italiana tra il 1° settembre 2008 e oggi
Scadenza 20 gennaio
Conosci qualcuno che può essere interessato?
Puoi spargere la voce il più possibile?
giovedì 7 gennaio 2010
martedì 5 gennaio 2010
Al terzo richiamo... in Francia si scatenerà l'inferno
La Francia si propone, in questo inizio di 2010, come uno degli stati più attenti alla lotta alla pirateria informatica è infatti da poco entrata in vigore la famigerata legge Creation et Internet
che si ripropone di "educare" il mondo virtuale francese.
L'utente che verrà scoperto nell'atto di donwloadare material coperto da copyright riceverà, la prima volta una email, la seconda volta una raccomandata ed infine, qualora non demorda, verrà giudicato e condannato a pagare una multa o ad essere coattivamente scollegato dalla rete.
Tale legge, fortemente voluta dal Presidente Sarkozy, vuole per prima cosa educare le persone ad un uso corretto della rete, e giungere alle sanzioni soltanto come ultima ratio.
I problemi a mio parere sono molteplici.
innanzitutto, siamo di fronte all'ennesimo slogan politico privo di una base di fattibilità concreta; mi spiego meglio: l'Alta Autorità per la diffusione delle opere e la protezione dei diritti su Internet (Hadopi), sarà l'organo preposto ai controlli. Di quali strumenti, ma soprattutto di quali investimenti questa autorità avrà bisogno? In che modo si riuscirà a controllare a tappeto il web francese/mondiale?
Dubbi sull'efficacia dell'ADOPI sorgono da diverse parti:
innanzitutto gli utenti troveranno nuovi modi per condividere file; l'evoluzione storico-tecnologica che ci ha portato da Napster a Torrent ne è l'emsempio concreto. il sistema francese non piace nemmeno ai servizi segreti inglesi che temono l'aumentare di sistemi di download anonimo e di consequenza l'aumentare di problematiche relative alla lotta alla pedopornografia ed al terrorismo.
Siamo sicuri che la salvaguardia delle major musicali e cinematografiche conta dippiù della lotta al terrorismo?
Forse la mia domanda è esagerata... ma in un mondo dove le regole sono dettate dall'economia e dalla finanza... almeno porsi la questione è lecito...
che si ripropone di "educare" il mondo virtuale francese.
L'utente che verrà scoperto nell'atto di donwloadare material coperto da copyright riceverà, la prima volta una email, la seconda volta una raccomandata ed infine, qualora non demorda, verrà giudicato e condannato a pagare una multa o ad essere coattivamente scollegato dalla rete.
Tale legge, fortemente voluta dal Presidente Sarkozy, vuole per prima cosa educare le persone ad un uso corretto della rete, e giungere alle sanzioni soltanto come ultima ratio.
I problemi a mio parere sono molteplici.
innanzitutto, siamo di fronte all'ennesimo slogan politico privo di una base di fattibilità concreta; mi spiego meglio: l'Alta Autorità per la diffusione delle opere e la protezione dei diritti su Internet (Hadopi), sarà l'organo preposto ai controlli. Di quali strumenti, ma soprattutto di quali investimenti questa autorità avrà bisogno? In che modo si riuscirà a controllare a tappeto il web francese/mondiale?
Dubbi sull'efficacia dell'ADOPI sorgono da diverse parti:
innanzitutto gli utenti troveranno nuovi modi per condividere file; l'evoluzione storico-tecnologica che ci ha portato da Napster a Torrent ne è l'emsempio concreto. il sistema francese non piace nemmeno ai servizi segreti inglesi che temono l'aumentare di sistemi di download anonimo e di consequenza l'aumentare di problematiche relative alla lotta alla pedopornografia ed al terrorismo.
Siamo sicuri che la salvaguardia delle major musicali e cinematografiche conta dippiù della lotta al terrorismo?
Forse la mia domanda è esagerata... ma in un mondo dove le regole sono dettate dall'economia e dalla finanza... almeno porsi la questione è lecito...
lunedì 4 gennaio 2010
sabato 2 gennaio 2010
ed ecco il 2010
Buon anno a tutti,
fino alla "Befana" gli auguri sono ben accetti e tollerati... dal sette in poi, quando la gente si incontra e qualcuno ancora se ne esce con "tanti auguri di buon anno" capita abbastanza spesso di vedere facce tra lo sconcertato ed il perplesso...
In poche parole: sbrighiamoci con il giro di saluti ed auguri e cominciamo a lavorare sulla realizzazione dei nostri propositi...
il 2010 è appena iniziato
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