lunedì 7 dicembre 2009

Quando la tecnologia non risolve ma stuzzica nuovi dibattiti

Da un po' di tempo a questa parte si sente parlare di Mashup, nuovo genere musicale elettronico basato sul campionamento di altri brani (in un brano si arriva ad avere anche 30-40 sample diversi); e fino a quì nulla di nuovo... la realtà dei remix e del sampling esiste dai tempi di rapper's delight se non prima. Dov'è la novità?

La cosa "interessante" di questo genere riguarda il rapporto (molto articolato) tra campionamento e diritti d'autore. Mi spiego meglio: ovviamente il diritto d'autore è ampiamente regolamentato. Sappiamo quello che possiamo e non possiamo fare. Il districarsi tra lecito ed illecito è l'attività preferita dei Mashuppers: il campionamento è soggetto a diritto d'autore, solo e soltanto se supera una certa durata (in Italia per esempio la SIAE si "affaccia" quando si superano i 6'' di riproduzione).

L'idea di alcuni mashuppers è proprio quella di giocare con questi tempi e cercare di rimanere al di sotto di tali valori... e come dire... produrre legalmente pezzi che in teoria, senza la giusta abilità, sarebbero totalmente illegali...

La cosa più divertente è che spesso, molto spesso, si è comunque in grado di riconoscere le fonti originali in maniera chiara... anche con campioni brevi...

Chissà se questo principio si potrà applicare ad altri campi, lavorando su pezzetti di copyright o brevetti... sarebbe una bella sfida sociale da lanciare...

intanto ecco uno spunto musicale tratto da un live di Girl Talk


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